Donne della famiglia Florio
I Florio: genealogia sec. XVI-XX
I Florio, originari della Dalmazia, arrivano a Udine a metà del Quattrocento: capostipite è Nicolò, tintore, abbastanza benestante da mandare l'unico figlio Giacomo (1465?-1542) a studiare giurisprudenza a Padova. Giacomo partecipa attivamente alla trasformazione degli statuti del Comune di Udine e grazie alle cariche ottenute riesce ad acquistare una casa in Borgo S. Cristoforo e diversi terreni - fra cui quello di Persereano - che sono alla base di attività economiche legate alla produzione del vino. Di qui la famiglia continua la sua ascesa sociale e nel 1725 Sebastiano acquista il titolo di conte. I figli di Sebastiano, Francesco (1705-1792), canonico aquileiese e Daniele (1710-1789), poeta e letterato, sono al centro della vita culturale udinese del Settecento ed è a loro che si deve l'ampliamento e l'arricchimento della biblioteca di famiglia.
Accanto alle figure maschili che operano per l'avanzamento sociale ed economico della famiglia, tramandando il patrimonio attraverso un solo erede per ciascuna generazione, si trovano donne provenienti dalla nobiltà friulana come Vittoria Valvason di Maniago che sposa Daniele, figlio di Sebastiano e di Lavinia Antonini. Tra i figli della coppia, molti dei quali morti in tenera età, si ricorda Lavinia (1745-1812), andata in sposa ad Antonio Dragoni, e promotrice di un salotto culturale tra i più vivaci della Udine di fine Settecento. La figlia di Lavinia e Antonio Dragoni, Teresa, sposa uno dei fratelli Bartolini e nel 1858 dona il palazzo Bartolini, oggi sede della Biblioteca comunale.
Ci sono altri membri femminili della famiglia che possiamo ricordare proprio per il loro legame con i libri presenti in Biblioteca Florio: Vittoria (1785-1865) figlia di Sebastiano e Isabella di Brazzà, e Vittoria (1830-1852), figlia di Daniele Filippo e Virginia Mattioli. Sua sorella Teresa, andata sposa nel 1859 a Giacomo De Concina dà alle stampe un libretto con le memorie della famiglia scritte dallo zio Francesco in occasione delle nozze della nipote Vittoria Isabella (1863-1935) con Leonardo de Concina.
Nel 1898 Daniele Florio sposa Vittoria Ciconi Beltrame, che dalla zia Margherita Ciconi Beltrame aveva ereditato oltre a beni immobili, alcuni libri appartenuti allo zio Francesco Di Toppo (1797-1882), che aveva sposato Margherita in seconde nozze, dopo la morte dell'amatissima moglie Antonietta Wassermann. Vittoria e Daniele sono i genitori dell'ultimo maschio della famiglia, Francesco (Cino, 1906-1940) morto a Tobruk. che nel 1936 aveva sposato Giuliana Canciani (1912 -1985).
Vittoria Valvason di Maniago e la figlia Lavinia
Di famiglia nobile, Vittoria Valvason di Maniago è anche una donna colta: lo attesta il cognato Francesco che racconta, nell'elogio funebre per il fratello Daniele, come durante una malattia di quest'ultimo, proprio Vittoria scrivesse sotto dettatura le composizioni del marito. Vittoria è moglie molto amata, a tal punto che alla sua precoce morte, nel 1765, la celebra con un toccante sonetto. Di Vittoria restano interessanti scambi epistolari: con Giuseppe Favetti, che nel 1758 si trova a Roma durante il conclave che porterà al soglio pontificio il cardinal Rezzonico col nome di Clemente XIII. Favetti dà notizie sia delle vicende legate al Conclave che del cognato di Vittoria, Francesco, anche lui a Roma in questa occasione.
La figlia di Daniele e Vittoria, Lavinia, nata nel 1745, sposa Antonio Dragoni nel 1766. Nelle residenze del marito, tra Lovaria e Udine, Lavinia dà vita a un salotto letterario assai vivace, frequentato dai principali protagonisti della cultura friulana dell'epoca come Liruti, i Bartolini, i De Concina, De Rubeis e molti altri.
E' in corrispondenza costante e di stima reciproca con Melchiorre Cesarotti con il quale discorre di libri, letture e scienza. Appassionata di politica, sostiene la rivoluzione americana e le idee di uguaglianza e libertà. Alla figlia Teresa, attorno al 1806 indirizza una lettera il cui autografo è conservato nella parte finale di un volume miscellaneo della Biblioteca Florio, a proposito di una questione che in quel momento sta molto a cuore a Lavinia: in occasione di un viaggio in Italia risalente allo stesso anno, François-René de Chateaubriand aveva espresso tutta la delusione provata in occasione della visita a Venezia. Fatto questo che aveva provocato una pubblica alzata di scudi da parte di due scrittrici italiane (la Renier Michiel e la Romagnoli Sacrati) ben note a Lavinia, che invece cerca con il letterato e politico francese una via diplomatica, invitandolo a tornare con animo diverso. Privatamente, con la figlia, difende le intenzioni di Chateaubriand che dopo aver visto Napoli e Roma, abituato all'ampio respiro di tanti paesaggi, non poteva non restare disorientato da quello quasi angusto offerto dalla città lagunare.
Da una lettera a Cesarotti sappiamo anche che Lavinia procurava allo zio Francesco, ormai anziano, alcune pubblicazioni per la biblioteca della famiglia, che continuava a frequentare anche negli anni successivi al matrimonio.
Vittoria Ciconi Florio e Giuliana Canciani Florio
Nel 1898 Daniele di Francesco Sebastiano, nato nel 1866, sposa Vittoria Ciconi Beltrame. Vittoria appartiene ad una nobile famiglia friulana (la sorella Antonietta sposa nel 1899 Enrico De Brandis) ed è nipote di Margherita Ciconi Beltrame, seconda moglie di Francesco di Toppo. I due zii, morti senza eredi, lasciano a Vittoria la villa di Buttrio (che prende il nome di Villa Florio) e nella biblioteca Florio sono presenti libri certamente appartenuti a Francesco (identificabili attraverso l'ex libris con il suo stemma e il motto "leggi e torna"), soprattutto romanzi. Vittoria è sicuramente istruita, troviamo la sua firma su libri francesi e da una dedica presente sui rendiconti economici della Società friulana dei veterani del 1908 possiamo supporre che si interessasse anche della vita commerciale udinese.
Dal matrimonio di Daniele con Vittoria, nasce, nel 1906, Francesco detto Cino, ultimo maschio della famiglia Florio che nel 1940 muore tragicamente a Tobruk sullo stesso aereo del cognato Italo Balbo (marito della sorella di Francesco, Emanuella). Nel 1936 Francesco aveva sposato Giuliana Canciani (1912-1985) ultima custode della biblioteca così come l’avevano pensata e sistemata i fondatori Daniele e Francesco due secoli prima ed è soprattutto grazie a lei che viene evitata la dispersione del patrimonio librario. Rimasta vedova ad appena 28 anni, con una figlia piccola, Francesca, Giuliana Canciani Florio decide di terminare gli studi superiori al Liceo classico Stellini e quindi di iscriversi alla facoltà di agraria a Bologna, dove si laurea nel 1945. Donna dai molti interessi e dal grande fascino, non perde mai il contatto con le proprietà sia della propria famiglia sia di quelle dei Florio, dove amministratori scelti e fedeli sanno consigliarla per le attività dell’azienda familiare che ella segue in prima persona.
All’indomani del sisma del 1976, quando il palazzo udinese richiede ingenti spese per necessari restauri, la contessa decide di vendere la proprietà all’Università di Udine, riservandosi la Villa di Persereano dove nel 1980 trasporta la biblioteca facendo sistemare i locali di una delle barchesse a consona sede del patrimonio librario.