La Biblioteca Florio è uno dei più cospicui e preziosi patrimoni storico-culturali del Friuli Venezia Giulia.
Essa è ora collocata nuovamente nel luogo che l'ha vista nascere: il Palazzo Florio.
Conta oltre 15 mila volumi, opuscoli, periodici, manifesti e alcuni manoscritti di interesse letterario, filosofico, giuridico, agiografico, teologico, storico, geografico, scientifico, datati tra il XV e il XX secolo.
Uomini di lettere, oltre che protagonisti della vita sociale e istituzionale del Friuli del Settecento, i fratelli Francesco e Daniele Florio crearono il nucleo principale di questa straordinaria raccolta e lo collocarono nel cuore della loro residenza udinese.
Preservata con cura per secoli, la Biblioteca è una testimonianza unica della ricchezza della cultura friulana e condensa in sé l'universo dei saperi umani, adunato nella nostra terra, ma pienamente partecipe della cultura europea più illuminata.
Nel 2013 il prof. Attilio Maseri, ultimo erede della famiglia Florio, decise di donare all'Università degli Studi di Udine la Biblioteca costituita dai fratelli Daniele e Francesco Florio nel corso del Settecento, comprese le eleganti originali scaffalature lignee e parte della quadreria. Si tratta di un patrimonio librario e artistico di straordinaria portata culturale, storica e scientifica, preservato e arricchito nel corso dei secoli. L'impegno richiesto all'Università, oltre alla conservazione e alla tutela, è stato quello di ricollocare la Biblioteca nel contesto originario (Palazzo Florio), di catalogarla e permetterne la fruizione al pubblico di studiosi e appassionati. Si deve all'instancabile collaboratore e amico del prof. Maseri, l'avvocato Enrico Coccolo, il trasferimento delle librerie e dei volumi. A Coccolo è ora dedicata la sala attigua alla biblioteca.
Il 27 giugno 2013 il Consiglio di Amministrazione dell'Università degli Studi di Udine deliberò l'accettazione della donazione Florio.
La Biblioteca Florio è stata catalogata con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, sulla base di un progetto di salvaguardia e valorizzazione complessiva della collezione, con una duplice funzione: garantire la sicurezza del materiale bibliografico e la sua ricerca attraverso il discovery di Ateneo e il motore di ricerca regionale "Biblioteche Friuli Venezia Giulia".
Tra i manoscritti compresi nella collezione (non oggetto di catalogazione) vi è il codice della Divina Commedia (Codice Florio), databile tra il XIV e il XV secolo, attualmente al centro di un nuovo interesse filologico per l'importanza stemmatica nella storia della tradizione manoscritta dantesca.
Altro manoscritto notevole è un codice del secolo XV contenente le opere di san Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di Venezia.
La biblioteca conserva alcuni incunaboli, fra cui due edizioni delle Costituzioni della Patria del Friuli, la prima versione in volgare, per cura di Pietro Capretto, edita a Udine nel 1494 e un'altra edizione latina edita a Venezia nel 1497. Tra gli incunaboli è stata rinvenuta una particolare edizione uscita dai torchi di Aldo tra il 1495 e il 1497 (il poemetto Ero e Leandro di Museo Grammatico) che presenta i due fascicoli con il testo greco (stampato probabilmente nel 1495) e quello latino (1497) legati in modo da avere i due testi a fronte.
Oltre a cinquecentine (1121), seicentine (1136) e settecentine (8040), si conservano libri ottocenteschi e novecenteschi entrati in seguito a far parte della raccolta.
La biblioteca rispecchia il gusto dell'epoca e gli interessi dei suoi fondatori: accanto alle opere letterarie assai probabilmente ricercate in particolare da Daniele Florio (classici greci e latini ben rappresentati in edizioni del Cinque – Sei e soprattutto Settecento; autori medievali e rinascimentali), troviamo opere giuridiche probabilmente già in possesso della famiglia, filosofiche (tra cui Cartesio e Newton rispettivamente in edizioni del 17. e 18. secolo) e teologiche, probabilmente volute da Francesco, l'edizione italiana dell'Encyclopédie méthodique (circa 100 volumi), opere geografiche, incluse mappe e cartografia (segnaliamo una bella riproduzione della Tabula Peutingeriana stampata a Vienna nel 1753), di antichità latine, di storia dei vari Paesi, di scienza (tra cui spiccano i volumi su animali e botanica riccamente illustrati dell'Aldovrandi).
Preziose informazioni sono state ricavate dalla rilevazione e dallo studio delle particolarità degli esemplari posseduti, soprattutto note di possesso e altri segni lasciati sui libri da precedenti possessori.
Un caso molto interessante a riguardo è rappresentato da un volume di geografia storica sulla Sicilia antica (Clüver P., Sicilia antiqua, Leida 1619), sul quale è stata rinvenuta una nota di possesso attribuibile a Nicolaes Tulp, illustre chirurgo olandese del XVII secolo, noto soprattutto per essere stato ritratto da Rembrandt in un celebre dipinto (Lezione di anatomia del dottor Tulp, olio su tela, 1632) nell'atto di eseguire la dissezione del corpo di un giustiziato.
Degna di nota è pure una dedica autografa di Pietro Metastasio rintracciata in un suo componimento per nozze (Alcide al bivio, Vienna 1760). La dedicataria è la contessa Vittoria Valvason di Maniago, moglie di Daniele Florio.
Consultazione: Il fondo è quasi completamente catalogato in UDiscover.